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Flp come Poltronesofà: la promozione termina domenica!

Nazionale,

Comunicato n. 65/18

Sarà che la pubblicità è l’anima del commercio, sarà che ormai siamo rimasti praticamente gli unici a pensare che le vertenze sindacali si risolvono con la mobilitazione dei lavoratori e il confronto, se necessario aspro, con la controparte, ma fatichiamo ad abituarci alle modalità con le quali altri sindacati, come ad esempio l’Flp, affrontano tematiche di grande importanza come lo sfruttamento dei lavoratori delle aree A e B.

Quel sindacato non si fa scrupolo di confezionare ricorsi a manovella pur di aumentare il numero degli iscritti all’INPS. La promozione di tali ricorsi segue il copione delle aziende commerciali a volte in modo imbarazzante. Avrete tutti presente la pubblicità di una nota azienda di divani, che, ininterrottamente da anni, ci ricorda che l’offerta scade domenica? Sì, ma quale, di quale mese e di quale anno? Nel belpaese si può utilizzare il mezzo televisivo in modo inopportuno senza essere chiamati a risponderne. L’unica accortezza, da un po’ di tempo, è che quell’azienda varia le offerte: oggi è uno svuota tutto, domani un 40% + 40% e così via andare, tanto la promozione termina domenica.

Sembra che l’Flp si sia allineato perfettamente a questa strategia e, pubblicizzando il ricorso al Capo dello Stato per bloccare il concorso pubblico a 967 posti da C1 e far valere lo scorrimento delle vecchie selezioni interne, ha cominciato i primi di luglio, esattamente il 3, indicando come scadenza per le adesioni il 23 dello stesso mese. Arrivati a quella data la scadenza è stata procrastinata al 31 luglio. Il 1° di agosto è stata indicata la nuova scadenza del 10 agosto e il 13 agosto (per le numerose richieste ricevute) la scadenza è stata ulteriormente prorogata al 20 agosto. Siamo al 21 agosto e, poco fa, l’Flp ha annunciato che per le numerose richieste il termine per la presentazione dei ricorsi slitta ancora, questa volta a data da destinarsi (che abbiano provato un po’ di vergogna ad indicare per l’ennesima volta una scadenza fittizia?). Insomma, non si tratta di divani ma il metodo è lo stesso.

Con soli € 130,00 di spese legali si può presentare il ricorso e, in caso di vittoria in primo grado, si deve versare un contributo di € 350,00 più IVA ed altri € 150,00 per eventuali gradi successivi. Se poi si vince in primo grado e si perde in appello o in cassazione oltre ai 420 euro versati c’è la beffa di ritrovarsi nuovamente retrocessi in B e magari con le spese processuali da pagare. Ma intanto l’Flp ha macinato un po’ di iscritti…

Comprendiamo il disagio dei lavoratori, che le provano tutte pur di vedere riconosciuta la loro professionalità, chi non possiamo giustificare è l’Flp o altri che si comportano alla stessa maniera. E’ il modo per affossare definitivamente il sindacato e questo non lo possiamo accettare.

 Affrettatevi: l’offerta termina domenica!